Didier Mertens (responsabile dello sviluppo commerciale in Africa) e Ahmed Errouissi (service manager per l’Africa) sono i contatti principali per questa parte del mondo.
L’arrivo in Haulotte Ahmed Errouissi, che è entrato a far parte del gruppo soltanto un anno fa nel ruolo di service manager, mirava a rafforzare la nostra presenza su un mercato promettente. Ahmed ci ha consentito di stringere stretti rapporti con i nostri partner distributori in Africa e in Israele. «L’animazione della rete assume le forme più svariate. Ad esempio, è necessario rispondere alle domande degli addetti alle hotline in materia di garanzia, formare distributori e clienti, garantire il monitoraggio delle campagne tecniche di sicurezza, nonché censire i macchinari Haulotte».
Stanziato in Francia, Ahmed scende sovente in campo per esplorare le esigenze in termini di servizi dei mercati sui quali siamo presenti: Sudafrica, Algeria, Costa d’Avorio, Israele, Marocco, Nigeria, l’isola della Réunion, Senegal e Tunisia. Il multiculturalismo di Ahmed è un vantaggio importante: «Qui vi sono molte lingue e culture diverse. Le attese non sono mai le stesse. Ad esempio, in Algeria la domanda si concentra su macchinari nuovi o di al massimo tre anni con problematiche di garanzia, mentre in Marocco c’è maggiore interesse per i prodotti di seconda mano e si attribuisce molta importanza ai ricambi».
I paesi dell’Africa rappresentano un vero potenziale… e delle grandi opportunità da cogliere! In questo continente immenso, la gestione delle distanze e la reattività del servizio fanno la differenza. «I partner hanno bisogno di sentirsi accuditi. Mantengo sempre i contatti con loro, recandomi sul posto ma anche tramite Internet o telefono, 7 giorni su 7». D’altronde, il censimento dei macchinari Haulotte consente di proporre i ricambi più adatti ai distributori. In questo modo, possono contare su un ampio stock per soddisfare i clienti finali in maniera rapida ed efficace. «Haulotte gode di un’ottima reputazione, grazie al suo servizio clienti e all’identità “made in France” che nei paesi francofoni è ancora molto apprezzata.».
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